8 febbraio 2005
Comunicato dal carcere di Traiguen (Cile).
José de la Rosa Nahuelpi Millapan e Lorenzo Nahuelpi Millapan, membri mapuche della comunità Pantano di Traiguen, dichiarano all’opinione pubblica e internazionale quanto segue:
"Siamo stati arrestati giovedì 3 febbraio 2005, rispettivamente, alle ore 11.30 a Traiguen e alle 14.00 nella comunità, da agenti del corpo dei Carabineros de Chile. Siamo stati arrestati senza alcuna spiegazione né ordinanza, per poi essere condotti al commissariato di Traiguen dove siamo rimasti un giorno e una notte, senza conoscere il motivo della nostra detenzione.
Io, Lorenzo Nahuelpi, sono stato arrestato da oltre 80 agenti di polizia che sono giunti a casa mia dopo pranzo, quando mi trovavo con la mia famiglia. Erano anche presenti i miei tre figli di 4 e 3 anni, e la piccola di 8 mesi. I carabineros nell’irrompere mi hanno puntato una pistola in testa. Mi hanno aggredito e hanno insultato la mia famiglia, arrivando a picchiare mio nipote di 8 anni. Non hanno esibito alcuna ordinanza, né hanno spiegato il motivo della detenzione. Sono rimasto in isolamento per oltre 24 ore.
Il venerdì ho assistito all’udienza di convalida della detenzione, assieme a mio fratello José. Solo allora abbiamo saputo che eravamo stati arrestati per furto con violenza di una bicicletta, fatto accaduto circa 6 mesi fa.
Alla fine dell’udienza il tribunale ha deciso di farci restare in detenzione preventiva fino alla chiusura delle indagini, ovvero tra tre mesi.
Noi non abbiamo avuto accesso alla difesa. Colui che ipoteticamente ci ha difesi, è stato solo pochi minuti con noi prima dell’udienza. Ciò che noi ci chiediamo è il perché di un così ingente spiegamento di agenti per un reato al quale non abbiamo partecipato e con il quale non abbiamo nulla a che vedere.
Alcuni quotidiani locali ci hanno subito rappresentati come delinquenti comuni, accusandoci tra l’altro di aver appiccato un incendio. Noi crediamo che si tratti di una montatura, per accusare noi mapuche che lottiamo per i nostri diritti.
Non ci accusano più di terrorismo, ma s’inventano delitti comuni per farci passare come delinquenti. Questa è la nuova strategia dello Stato cileno. Siamo detenuti perché per il mapuche non c’è giustizia, la giustizia è per i ricchi e i potenti.
Quando il magistrato Moya ci ha interrogati, egli ha violato la sua legge non informandoci dei nostri diritti e non spiegandoci il motivo dell’arresto. D’altra parte i Carabineros hanno agito con prepotenza, insultandoci, minacciandoci e scandendo slogan razzisti.
Rivolgiamo un appello alle comunità a porre attenzione alle strategie che si stanno utilizzando per incarcerare un popolo che lotta e resiste.
Libertà per tutti i prigionieri politici mapuche
Basta con la persecuzione giudiziaria e la repressione di Stato
Dal carcere di Traiguen, José e Lorenzo Nahuelpi Millapan
MARRICHIWEW
Fonte: www.mapuche.nl
Traduzione: [email protected]
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